lunedì 5 giugno 2017

Il "pacco" delle probabilità.



La fontana dell’eterna giovinezza, tema ricorrente di molte favole, ad una certa età viene da pensarci, che idea essere sempre giovani però poi si invecchia e l’esperienza rigetta la cosa in un mero sogno irrealizzabile.

Figure in contrappunto, Shakespeare era un autore che recitava nelle sue commedie, in tal caso era attore e quindi non un autore, può essere di un attore autore che si è dimenticato di aver scritto la parte che recita ed allora si chiede, dai segni lasciati, che cosa intendeva l’autore quando scriveva, poi si vede un feeling seguire.

Cercare lontano quel che si trova sotto il naso, la natura non invecchia, prendiamo ad esempio un branco sterminato di bufali, i più giovani e forti tra maschi e femmine stanno al centro  formando il nucleo di riproduzione mentre vecchi e malati sono spinti di forza ai margini dove immancabilmente trovano tigri e leoni affamati in attesa. Nella figura si vede che il nucleo rimane sempre giovane ed essendo di riproduzione genera continua giovinezza, è la famosa fontana?

L’attore è invecchiato ma la lingua la sa usare ancora bene, ai margini è facile prendere morsi da tutte le parti, un'altra mentalità, la storia si muove causa effetto in modo naturale cioè impostata la causa il resto è conseguenza, ci sono cose che non quadrano col suo stile, sembra la mano di un altro autore ma come è possibile se di autore ce n’è solo uno? Vallo a capire il sistema, negarsi così solo per far apparire grand’ uomini dei minchioni privi di arte e di parte, eppure un motivo ci deve essere, causa di forza maggiore potrebbe essere un alternativa tra miliardi di altre storie quindi una probabilità come un'altra, perché negarla? il piacere della sfida, l’amore per il rischio, le cose impossibili, così quadra e si riprende, lasciamola scorrere…

Il quadro di tutte le storie possibili, che idea, l’imbarazzo della scelta ma tutto quel che viene in mente è già stato divorato e digerito da tigri e leoni, bisognerebbe trovare qualcosa di nuovo, fuori dal pensiero, dalla mentalità, dalla memoria, come morti, una cosa inanimata, una pietra, un fiume che scorre al mare, il vapore alla nuvola, l’emozione di un tramonto, di un volo che può andare ovunque frulla il desiderio, comunque un' emozione, fermiamoci qui per il momento.

domenica 4 giugno 2017

Il software.



Macchinette strombazzanti sulla via
chiamalo software che va di moda
parole rutti scoregge fuggon via a scappamento
s’alza un grande polverone di tutto quel che s’è detto
il fenomeno da qui a là
gira largo il manicomio quel che è buono perché non è cattivo
cattivo non è, allora cos’è  buono?
 
Il bello invece si vede ad occhio nudo
quel che piace la libertà
la dimensione della gabbia,
lo spazio
ali son polmoni che respirano quell’arietta pura
tutt’orecchi per sentire il profumo che le parole san cantare…
 
Ebbene sì, un computer
artiglio il software e lo sposto nel cestino
basta un clic…

 
 

giovedì 1 giugno 2017

Il bello e le bestie.


Una parola fa l’uomo nome
d’un lungo cazzo tirato a razzo
che non si specchia di fronte al come
 
forma non è la trasmissione
che l’aria canta sul far che pianta
per seminare vento nella canzone
 
oggi lo toglie da quel cognome
che lega quadri a partorir di madri
per ricordar il peso delle sue some

 
lingua sciolta nel suo portone
a macinare il tempo che corre il lampo
da qui all’orizzonte d’un sol coglione.