Leccata.
Pacioccando la tua carne la lingua tra le labbra apre il
solco
le mani piene di
latte scorre l’idea nella bocca che addenta l’allusione
lacera la carne capelli al fuoco s’incendia l’urlo che entra
squassando
solo di piacere per bere al balzo ed inghiottire
sangue anima e rugiada del mattino brilla del sole che
s’alza.
Piatto del giorno
Nella notte l’anello
di ghiaccio al dito di fuoco strappato al vulcano
di festa e baldoria
non rutta, erutta cenere spenta, ronzii di elettrodomestici
lasciati accesi per
burla, si vede appena nascosto nel guano
il seme di niente
fiorire una pianta di fiori infelici.
L’orizzonte una linea
che gira sul piatto del tempo, pietanza farcita di sogni
si sciolgono in bocca,
sapore di specchi infranti, monetine di pezza
prese in prestito
alla banca come neve di manna che imbianca di grigio
scendono e spazzano,
il vento che esce non suona, risuona…
Fredda la mente
allinea parole, zampette di segni
stampati sul foglio al
ritmo di una carezza
con inchiostro di
sangue dal dovere ligio
di far del suo conto
l’unica cosa buona.
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L'usanza russa
Bicchiere alla feccia
Sipario d’ore che cala al tramonto
Desiderio di frangersi
D’onda contro lo scoglio
La prua della nave
Di un nuovo viaggio.
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Il guerriero.
Il tappeto volante
sul tempo non muove
Scorre la vita nel
video, si guarda
Tutte le cose son
nuove
Nell’ attesa che
tarda.
Voler cantar volar
parola
Così taglia l’accetta
Quel che è perché la scuola
Indietro non aspetta.
Profumo di musica la
vita suona
S’annusa al cul dell’opinione
Mentre sul picco il
canto tuona
La lingua arrotola
il cannone.
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