Quella volta…ma potrebbe essere adesso, il tempo di chi scrive e
di chi è scritto non si può definire con certezza perché come tutte le pagine
web se si togliesse quel che hanno scritto sopra sarebbero uguali così è anche
il giorno, mi sentivo spremuto, come si suol dire ero in ricarica e stavo
facendo una ricerca sull’origine della specie al Museo Egizio.
Dovevo aver avuto un’allucinazione, il vetro prima rifletteva la parete di fronte e sembrava chiuso, la mummia non la spiegavo comunque incuriosito aprì la porta e presi in mano il vaso. Era tiepido, morbido, di semplice terracotta, non sembrava antico, l’apertura era chiusa con un tappo di sughero ed aveva solo l’occhio di Ra inciso con inchiostro nero sulla parte panciuta come un ombelico ed un cartellino attaccato con un cordino, sul cartellino era scritto “Rubami!” Il punto esclamativo rendeva l’ordine imperioso, nella sala non c’era nessuno e ce l’avevo già in mano, mi allontanai facendo finta di niente, lo nascosi nella borsa della macchina fotografica poi uscì dal museo.
Camminavo in un
cimitero e le foto sulle lapidi guardavano
si sentiva un gran
vociare provenire dalle tombe
fuochi fatui a forma
di dito puntato
volteggiavano
furiosi
gridando
vendetta.
A quei tempi vivevo dentro un immondezzaio mentale, era un
cumulo di libri accatastati a formare una capanna nel cui interno avevo scavato
una specie di stanza, non era granché ma ci stavo comodo. Corsi subito a
rifugiarmi lì, non avevo fretta, giravo sul ciglio della voragine senza fondo ed
i diavoli spiavano ogni mossa, posai il vaso sul tavolo e misi una tela sul
cavalletto per dipingere la figura…
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