lunedì 3 luglio 2017

La sibilla. (prima figura)


 
Quella volta…ma potrebbe essere adesso, il tempo di chi scrive e di chi è scritto non si può definire con certezza perché come tutte le pagine web se si togliesse quel che hanno scritto sopra sarebbero uguali così è anche il giorno, mi sentivo spremuto, come si suol dire ero in ricarica e stavo facendo una ricerca sull’origine della specie al Museo Egizio.
 
Camminavo tra mummie e sarcofaghi, tombe con gli occhi, trovavo la cosa curiosa, così i morti potevano guardare quel che avveniva all’esterno, quando ad un tratto ne vidi una uscire da un sarcofago ed andare verso un muro che si aprì per farla passare e sparì all’interno. L’apertura non si chiuse, incredulo di quel che avevo visto mi avvicinai al muro, subito mi trovai di fronte ad uno specchio infatti rifletteva la mia persona poi l’immagine svanì e lo specchio diventò una porta di vetro ed al di là c’era un piccolo vaso grande quanto il teschio di un uomo adulto su un piedistallo.

 Dovevo aver avuto un’allucinazione, il vetro prima rifletteva la parete di fronte e sembrava chiuso, la mummia non la spiegavo comunque incuriosito aprì la porta e presi in mano il vaso. Era tiepido, morbido, di semplice terracotta, non sembrava antico, l’apertura era chiusa con un tappo di sughero ed aveva solo l’occhio di Ra inciso con inchiostro nero sulla parte panciuta come un ombelico ed un cartellino attaccato con un cordino, sul cartellino era scritto “Rubami!” Il punto esclamativo rendeva l’ordine imperioso, nella sala non c’era nessuno e ce l’avevo già in mano, mi allontanai facendo finta di niente, lo nascosi nella borsa della macchina fotografica poi uscì dal museo.

Camminavo in un cimitero e le foto sulle lapidi guardavano
si sentiva un gran vociare provenire dalle tombe
fuochi fatui a forma di dito puntato
volteggiavano furiosi
gridando vendetta.

 A quei tempi vivevo dentro un immondezzaio mentale, era un cumulo di libri accatastati a formare una capanna nel cui interno avevo scavato una specie di stanza, non era granché ma ci stavo comodo. Corsi subito a rifugiarmi lì, non avevo fretta, giravo sul ciglio della voragine senza fondo ed i diavoli spiavano ogni mossa, posai il vaso sul tavolo e misi una tela sul cavalletto per dipingere la figura…


 

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