domenica 12 marzo 2017

About the time.

 
Le sborrate di Dostoevskij.

Una montagna di libri, autori vari,

le sborrate di Dostoevskij

tra l’altro macinavano gli occhi con denti di tarli,

il tempo le ondate di sabbia si frangeva contro le piramidi del morto indigerito

nello stomaco di Crono,

il morto parlava, raccontava una storia, sempre la stessa e musica invisibile

suonava la giungla al cancro che gonfiava sotto la lingua,

nei meandri del tubo il fantasma di Quetzalcóatl ancora diceva: “Tornerò”

il serpe alzava la testa comprimendo il rutto all’ultima parola,

usciva fiato d’indemoniato e non scaricava…

I morti aspettavano il giro di chiave per uscire dalle tombe,

in fila tra i piani della libreria allineati l’esercito suonava le trombe,

i piedi battevano la marcia il tamburo alla terra…

c’era anche il dottor Faust assorto in bagno nella diarrea di Goethe

e Mefistofele dirigeva a bacchetta.

Sulla cima più alta l’aquila pronta a ghermire, che delusione, un semplice verme nella mela bacata…




 La vacca dei miei sogni.



L’uccellino del cucù

pensiero suonator di corda vocale batte sul timpano giocando al cacchione

musica di vacca rapita in estasi sopita canta la filastrocca gnocca

 incocca una freccia l’arco teso senza mira colpita al cuor della tensione

fili e corrente un fulmine il ciel sereno mammelle sode

il latte è sangue vino di giornata novello con brio.

Giungla spinosa nel cranio rapita gli occhi del bove si guarda all’antifona…

  

La pazienza.



 Il progetto,

sorge il sole al mattino per la solita pizza da cuocere al forno,

un giro l’idea una corsa alla sera,

poesia queste inutili ali non decollano,

nell’aere negato non c’è volo

lungo l’attesa nel silenzio dei sensi…

onda.jpg

...




 

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