domenica 2 aprile 2017

Robiola magra con le fave e olio extra vergine d'oliva.



Robiola magra con le fave e olio extra vergine d’oliva, è buono, un accostamento di gusti e colori che si sposano felicemente, le fave devono essere morbide e appena raccolte e non è facile trovarle quindi un piatto per ricercati buongustai.

  Per la semiologia la fava è un termine ghiotto, c’è il modo di dire: “prendere due piccioni con una fava” che presenta sviluppi complessi, in filosofia se uno è nome l’altro è forma quindi intenderebbe la sostanza di Aristotele che è l’oggetto catalogato in nome e forma nell’enciclopedia dell’esperienza, nel modo di dire comune intende catturare due elementi con una sola esca e qui si può spaziare a piacere calcolando che un tempo i piccioni erano considerati bocconcini prelibati e forse era una tecnica di caccia, si potrebbe provare i piccioncini con le fave e vedere cosa vien fuori. Piccioncini sono anche gli innamorati che tubano e questo offre altri sviluppi interessanti.

Nel linguaggio popolare la fava intende il cazzo, infatti si dice non vale una fava come non vale un cazzo ma anche un cavolo o un acca eccetera, salti di significati che si riscontrano anche nel mito per le fusioni linguistiche avvenute tra popoli con terminologie diverse. 

Poi c’è la locuzione “la rava e la fava”, in questo caso i pareri contrastano perché la rava non ha una definizione precisa, un nome senza forma. In enigmistica si tratta di un cambio di iniziale o di consonante, per la poetica una rima baciata con licenza, per il canone un’assonanza che potrebbe indicare la stessa cosa con variante dialettale e riporta a parlare della rava e della fava come di questo e di quello così come per filo e per segno salvando capra e cavoli, ricompare il cavolo inteso come cazzo in questo caso salvato con la capra, altro sviluppo interessante.

Rava comunemente intende la rapa che in francese si dice rave però in inglese rave è l’orgia, quindi un’orgia tra capra e cavolo, infatti per antonomasia contrapposto a cazzo c’è la figa, una figa caprina, probabilmente barbuta quindi da tosare e tosare è sinonimo di rapare e si torna alla rapa. Il canone è un giochetto divertente ma se non si è allenati è facile dare di testa e testa popolarmente si dice capa, un altro cambio di iniziale assonantico che potrebbe intendere uno sviluppo antecedente della capra con inserimento di consonante, in questo caso la figa si associa alla testa, forse una testa di cazzo o di cavolo prendendo i classici due piccioni e perché solo due? con una fava.

Qui si entra nella psicologia, ce ne sarebbe da discutere per una vita perché col latte di capra o di capa si fanno le robiole che sono buone con le fave ma rimaniamo ad oggi…

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