venerdì 5 maggio 2017

Albero genealogico.



Direzione improbabile, una strada arata concimata e seminata di morti da quel nome che per primo scese dall’alto a dettar la legge agli ebrei, nella terra grassa si vedono spuntare i primi germogli, il sentiero si allunga a perdita d’occhio verso un futuro tracciato d’idee senza possibilità di scampo.

 Male è bene, la non logica prende forma richiamando i morti che escono dalle tombe, un modello clonato in ogni cellula del corpo, silenzio mentre la palla gira solitaria al centro dello spazio sterminato dell’universo incurante di qualsiasi che, la teoria si allunga sulla strada dietro le orme indigerite vomitate dal passato.

 Spogli di bene e vaghe illusioni fuori dal seminato il mistero è sorpresa, non ci sono idee da seguire solo improvvisazione sullo strumento di carne e di ossa, la pagina di oggi si apre al mattino per scrivere fino a sera così come frulla, mangiare cagare e tirare a campare, la macchina si avvia smerdacchiando tra i rovi e le ortiche dell’imprevedibile.

 Male e bene non è, ieri e domani non è, solo oggi, una “ventiquattrore” leggera da portare con sé.

fiore solitario.

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