lunedì 29 maggio 2017

L'impotenza.


Girovago sostantivo sulla riva che torna sui propri passi per ricamminare sull’orme di prima, tema ricorrente della poesia, i lamenti di Catullo verso Lesbia, di Adamo verso Eva, “L’avessi fatto ad un altro quello che hai fatto a me…” canta Totò in quella famosa canzone, leiv motiv che si ripete da miliaia di anni, facile venirne influenzati.

Il canone guarda la figura senza giudizio, sembra che all’origine ci sia un tradimento, cos’è un tradimento? Si vede una convenzione, si sono messi tutti d’accordo a chiamar tradimento una certa cosa ed il resto si adatta. La gelosia ad esempio, chi ha detto che bisogna essere gelosi? Che bello andare a caccia e farsi tutte quelle che frulla, nei fatti poi si vede proprio quello ben mascherato da un’ipocrita faccia di fedeltà simulata, l’abitudine alla menzogna, la bambola nel pensiero che agisce da soggetto sul corpo invertito in oggetto.

La figura di quel che pensano gli altri, la vergogna, l’orgoglio eccetera, si vede una nuvola di cani latranti nel giudizio, guarda caso la figura di Dio che fa la domanda, chi ti ha detto che bisogna vergognarsi? Salti di significato, il bacio di Giuda, il bacio della donna ragno, il bacio di un ermafrodito, nella logica del nominalismo il nome è forma, Cristo è Giuda, la donna è uomo, la donna tradita si identifica in Cristo e l’uomo diventa Giuda e va impiccato mentre la donna si crocifigge, si tratta sempre di una persona sola, l’impiccato è boia e tirapiedi, tutto avviene nel pensiero, un automatismo conseguente la mentalità.

La vendetta del dio ermafrodita, l’abito immacolato della madonna, il cazzo dei negri da succhiare per ripicca, il cazzo dei morti, necrofilia logica, il significato si sposta al tradimento originale, l’origine della tragedia, nel mito il canto orfico, forse Orfeo che si volta rimandando Euridice all’inferno, seppellita due volte come la Beatrice di Dante, una sottoterra ed una in paradiso a far da ideale platonico. La vacca tormentata dai tafani della gelosia di Era, Io, io sono il dio tuo, non avrai altri…

A livello medico, psicologicamente, per adattarsi la figura deve prima negare il corpo, un corpo crocefisso che si trasforma in pietra per non sentire il dolore, medicine o non medicine è comunque un manicomio. Il nome non è forma, la causa che nega il corpo non è la gelosia.

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