lunedì 8 maggio 2017

Il callo pestato.


Potenza di fuoco, la realtà un callo pestato, miriadi di stelle s’accendono e pulsano, il piacere d’urlare sguaiato, fa male ma è solo un pensiero, altrimenti il peggio scorticherebbe viva la pelle e quel che sta sotto, parole si sa ma non sapere è meglio, visuale di un cornuto per corrispondenza, valle a capire ste cose, come si fa?

Un rebus, un indovinello, ebbene sia, le parole si adattano che è un piacere, un gioco di sfere tra il più e il meno e meno e più non è, per ingarbugliare meglio il gioco catene pretenziose d’essere quel che non è, il meno ed il più buttiamoli a mare, che s’affoghino, quel che resta è nulla e appare il giorno, una pagina nuova, la infilo nella macchina e ricomincio a scrivere…

Stoccazzo d’Adamo ed Eva ma sfrusciato i coglioni, ci vuole un idea nuova, menarselo per niente, ficcare ficcare in un buco nella carta nella mente tarlo che rode e schizza l’inferno sul traghetto che attraversa il fiume, acqua passata, flusso di coscienza tra il burattino ed il burattinaio, nel teatrino s’alza il sipario ma la storia non è ancora stata scritta e gli attori non sanno che dire, “mettigli in bocca il cazzo e falli succhiare, oppure in culo e dagli…che ti frega?” non si vede altro, l’ispirazione ha davanti un muro di puro nulla, assenza di idea, non c’è nel mito oppure è sempre la stessa idea che è stata riscritta, bisogna vedere quel che c’è sotto, uno sguardo nella libertà e qui viene voglia di buttare carta e penna e rinascere, gira e rigira non si vede altro però l’idea mi piace.

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