venerdì 19 maggio 2017

Senza prima che rima.


 
Può essere nel silenzio del loculo vuoto
l’attesa del tempo che manca
immaginando già d’esser lì
nuda la pietra ridotta in polvere
che il vento alza al sublime parlare
non dice ma s’apre al spettacolare tramonto
d’un fuoco di paglia.
 
Frizzante lo specchio di tanta bellezza
un lago di stelle la zattera sale
sul ramo che è spoglio d’idea,
sul ciglio del nulla l’orizzonte si ferma a guardare
il piacere sorridere nella culla,
è nato nel nuovo cantando e ballando un sogno di carne,
una giostra di incanti,
il piede del naufrago si posa alla terra.
 
Ebbene così,
simulacro di nulla,
dalla merda cagata di fresco germoglia il seme…
 
 

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